Dicembre 2009
Questo numero chiude il primo anno di vita della rivista.
Il bilancio del 2009 – per la vita della rivista – è positivo, meno lo è per i risultati che avremmo desiderato raggiungere. Se consideriamo la tutela ambientale e le misure che le grandi potenze, e anche quelle un po’ più piccole, (non) prendono per tutelare gli abitanti del pianeta c’è poco di che rallegrarsi. A rischio d’estinzione siamo un po’ tutti e lo sono maggiormente coloro che contano sulla forza della ragione e sui principi democratici come irrinunciabili espressioni della persona e dell’umanità.
Dicembre si chiude col vertice di Copenhagen, non entusiasmante, con un piano casa a livello nazionale che premia i soliti “affaccendati”, con una crisi economica che ci si affanna a mascherare dietro l’ottimismo di facciata. Ma anche l’ottimismo talvolta si sgretola, qualche dente salta: vorremmo che nell’anno 2010 i duomi di marmo facessero i duomi, i premier non facessero retorica trionfalistica e neppure i perseguitati, gli ambientalisti facessero meno compromessi e i cittadini si facessero sentire di più, con buone argomentazioni e reciproco rispetto per le regole civili, perché tutti – governanti in testa – facciano la loro parte e, possibilmente, non frodino la giustizia. Perché alla fine gli unici frodati restiamo noi.