L’emergenza e il Comitato Rodotà: intervista a Ugo Mattei

L’emergenza e il Comitato Rodotà: intervista a Ugo Mattei

a cura di Redazione

Red. : Tra l’assemblea del 4 a quella del 25 aprile 2020 c’è una distanza di soli venti giorni. Eppure sembrano molti di più sotto il profilo istituzionale, con la divaricazione tra il potere centrale e i poteri locali dove ognuno a livello decisionale va per conto suo perdendo di vista il disegno d’insieme. Le conclusioni dell’assemblea del 4 propongono il ricorso al referendum sulla sanità, ma oggi non sarebbe prioritario porre il problema della moltiplicazione dei centri decisionali? Così da decidere chi deve decidere.

U.M.: Il comitato non è un partito politico e non deve ne può correre dietro a ogni nuova percepita emergenza. La situazione di oggi non è diversa da quella denunciata da Lucarelli e dal sottoscritto nel documento approvato la volta scorsa. Già allora denunciammo le forze centrifughe del disordine. Il SSN resta la questione assolutamente prioritaria e costituisce una messa alla prova concreta dei residui spazi di agibilità democratica. Vedremo strada facendo.

Red.: L’ordine del giorno della prossima assemblea del 25 non dovrebbe essere modificato alla luce di ciò che accade, individuando le nuove priorità?

U.M.: Io credo che il nostro o.d.g. sia piuttosto ampio e vedo questa assemblea come un luogo in cui raccogliere le nostre forze per lavorare tutti insieme in una prospettiva di allargamento della nostra rete. Sanità, 5g, Scuola sono tutti temi che pongono al centro la legalità costituzionale e sui quali serve fare rete. Nelle prossime settimane capiremo quanto importante è l’umile lavoro di tessitura che stiamo portando avanti

Red.: Come individuare gli strumenti di controllo e partecipazione dei cittadini nella gestione di queste fasi d’emergenza?

U.M.: La Costituzione è la via maestra. Dobbiamo provare a fare un referendum e lottare, anche in Corte, perché si possa tornare a farne adesso e in futuro. Gli spazi costituzionali ci sono ma sono stati vieppiù ristretti da prassi burocratiche e strutture obsolete. Dobbiamo riaprirli.

Red.: Questa emergenza ci mette apparentemente di fronte ad un bivio: tutela della salute o salvaguardia dei diritti?

U.M.: Non esiste un tale bivio. Non c’è salute fisica senza salute mentale e non c’è salute mentale senza cittadinanza e partecipazione. Mia zia Teresa Mattei (*) diceva sempre che non è questione di non avere paura. Bisogna avere paura ma fare lo stesso quanto è giusto fare. Nella tradizione rivoluzionaria. Perfino in quella liberale americana si diceva “Live free or die!”

Red.: Le misure restrittive hanno portato ad un contraccolpo, inevitabile, di frenata dell’economia. Cosa potrebbe fare l’Unione Europea per fronteggiare questa crisi globale?

U.M.: L’ Unione Europea NON deve ostacolare le azioni dei Governi e i Governi devono smetterla di cercare i soldi dall’ Unione Europea come sola via. In particolare il risparmio privato italiano va utilizzato, condiviso, incentivato a uscire. Dobbiamo fare dei bond interni di solidarietà, dobbiamo fare un “haircut” di almeno il 50% al patrimonio delle Fondazioni bancarie (uscirebbero 20 miliardi liquidi già nostri da distribuire ai bisognosi) dobbiamo rinazionalizzare Cassa Depositi e Prestiti ponendola sotto controllo di lavoratori e utenti. Anche lì ci sono molti soldi liquidi utilizzabili in un piano di lavoro e piccole opere.

Red.: La pandemia Covid-19 ci porta a riflettere sull’architettura istituzionale partorita dalle “riforme” che si sono susseguite dagli anni ’90 in avanti. Questa emergenza ci può dare degli spunti di valutazione di come sono state riviste le competenze, i poteri e le capacità di intervento nella nostra Repubblica?

U.M.: Ho personalmente denunciato le controriforme in un mio libro pubblicato da Einaudi nel 2015. L’analisi è sempre quella. Adesso bisogna invertire la rotta e fare dell’emergenza un’opportunità di trasformazione rivoluzionaria: osando, osando, osando!

Red.: Larghi settori della politica hanno favorito l’intervento privato in settori essenziali per la vita di un paese (Sanità, Scuola, etc.). E’ possibile che questa situazione porti ad una controtendenza?

U.M.: Farlo succedere è la ragione del nostro Comitato. Sta a noi.

 

 

(*) La vita di Teresa Mattei, partigiana, deputata dell’Assemblea costituente, componente dell’U.D.I. (e che scelse il fiore di mimosa per celebrare l’8 marzo) è un esempio e uno stimolo. Ne consigliamo la lettura sul Web e non solo…

 

Immagine: Generazioni future

 

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redazione

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