Buon lavoro all’Assessore Paolo Berdini!

Buon lavoro all’Assessore Paolo Berdini!

a cura di Seele Fragat

Illustre e conosciuto urbanista, da anni paladino della battaglia contro il consumo di suolo, sempre disponibile, anche con noi di “Informazione Sostenibile”,  nell’aiutare a diffondere le conoscenze, le cause e gli effetti  di  questa emergenza  nazionale e internazionale non ancora percepita dalla maggioranza delle persone come tale, recentemente ha accettato il gravoso incarico di Assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici nella nuova Giunta della città di Roma.(1)

Affrontare un compito del genere non sarà di certo semplice, ma l’ingegner Berdini è un valente professionista competente non solo delle materie che amministrerà, ma è anche un profondo conoscitore  della storia urbanistica di Roma, in particolare degli ultimi decenni.

Avendo seguito le sue dichiarazioni apparse sulla stampa in questi ultimi giorni,  coerenti con il suo pensiero e i suoi principi ben  esplicitati in numerosi libri(2), ne sintetizziamo alcune che delineano già  l’approccio col quale egli  affronterà  i numerosi e complessi problemi presenti nello scenario romano.

“Accorciare le distanze tra periferia e centro.”

“Si è costruito dappertutto al di fuori di ogni regola sicuri che la mano pubblica avrebbe portato i servizi indispensabili” – osserva – come a Pian Saccoccia, “un intero quartiere nato in aperta campagna a tre chilometri dall’ultima periferia, a cui il comune deve garantire trasporti e raccolta dei rifiuti. A fronte di pochissimi che hanno intascato una rendita immobiliare enorme, la collettività accumula debito mentre Atac e Ama sono sull’orlo del fallimento”. Nei primi cento giorni – dice – farà un “piano per il rilancio della rete su ferro”, tranviaria. “I tram infatti sono i mezzi di trasporto su cui investire per migliorare il trasporto pubblico cittadino, soprattutto nelle periferie abbandonate a loro stesse e scollegate sia tra loro che con il centro della città”.

“Su Olimpiadi e stadio occorre una riflessione”.

“Intanto bisogna capire se davvero questi Giochi rappresentino un futuro per Roma”, afferma. “La nostra è una città notoriamente in grave sofferenza economica e sociale. Sembra dunque giusto che ci sia da parte del nuovo sindaco una riflessione per comprendere se davvero non ci siano altre priorità”.

“Cambiare Il Piano Regolatore”.

Quanto al piano regolatore, “ha visto la luce nel 2008, l’anno della più grave crisi economica e finanziaria che sta vivendo l’Occidente. Prima di quella data era sembrato che con il comparto immobiliare si potesse rimettere in moto tutta l’economia di una città. Gli esempi straordinari che esistono in Europa ci hanno dimostrato che le città che hanno saputo guardare a un’articolazione dei segmenti produttivi, privilegiando la qualità alla quantità, hanno superato la crisi in modo molto più veloce di quanto abbia fatto Roma. Il vulnus sta qui”. “Non c’è più bisogno di costruire”, osserva.

“Dal fallimento della città ad una nuova legalità”.

“Roma supera i parametri di legge che regolano l’indebitamento degli enti locali”. La causa strutturale del debito sta nell’anarchia urbanistica” afferma. “Si è costruito dappertutto al di fuori di ogni regola sicuri che la mano pubblica avrebbe portato i servizi indispensabili”. Occorre invece “ricostruire il profilo della legalità mettendo in soffitta la cultura delle deroghe e privilegiando invece il diritto sociale alla città e ai beni comuni”.

“Il quadro che emerge è la crisi irreversibile delle città “occorre fare i conti con gli errori del recente passato, quando sono stati sacrificati gli interessi dei cittadini per privilegiare quelli economici e finanziari dominanti”.

“Modificare  l’idea di sviluppo e progettare il futuro da un’idea di città”.

Roma per rimettersi in piedi – secondo Berdini – deve cambiare la sua idea di sviluppo: niente più cemento dovuto alla “deregulation urbanistica”

“Il  nodo principale della crisi della capitale è la mancanza di un’idea di città. È a questa mancanza infatti che dobbiamo ascrivere i fatti emersi con lo scandalo Mafia capitale. Dagli anni Novanta si è assistito a un sistematico abbandono delle prerogative pubbliche a tutto vantaggio di quelle private descritte dalla retorica dominante come le uniche in grado di poter risollevare la città. Conseguentemente si è rinunciato ad analizzare i nodi irrisolti della struttura urbana continuando a espanderla contro ogni logica. Questa gigantesca espansione (qui è la radice del fallimento economico) non poteva essere più alimentata dalla spesa pubblica facile e tutte le nuove periferie sono oggi in uno stato preoccupante di abbandono perché sono assenti i servizi pubblici”.

“C’è poi il fallimento sociale rintracciabile in una dolorosa contraddizione: grazie alla deregulation urbanistica ci sono in città circa 150mila alloggi nuovi invenduti mentre circa 50mila persone vivono in baracche o in situazioni precarie di occupazione. È il fallimento delle politiche liberiste: la domanda dei ceti poveri non incontra più “il mercato” e la città capitale affonda nel degrado. È dunque soltanto con un lungimirante progetto pubblico che si può pensare al riscatto della capitale.

Un progetto che metta al primo posto la crisi delle periferie abbandonate a se stesse; la condizione dei giovani che non hanno altra offerta se non quella della movida; la costruzione di un turismo consapevole che non porti – come succede ora – solo degrado alla città e ricchezza a pochi; l’idea di una città accogliente delle varie culture ormai radicate da due generazioni in città. Una città insomma che guarda con rigore ai suoi mali suscitando quella reazione etica in grado di invertire il corso degli eventi e uscire dall’incombente fallimento a cui l’hanno condannata le miopi idee del ventennio che abbiamo alle spalle. Senza questa idea pubblica non ci sarà soluzione né per Roma né per l’intero paese. Le capitali sono infatti lo specchio delle nazioni e il fallimento di Roma è il nodo più grande da sciogliere se l’Italia vuole continuare a guardare al futuro.”

 

Per poter mettere in atto queste linee programmatiche Paolo Berdini ha dichiarato di  aver accettato l’incarico propostogli dalla giunta di Virginia Raggi; a fronte della sua indubbia consapevolezza sull’entità della sfida che gli si presenta, come redazione di Informazione sostenibile, non solo gli auguriamo buon lavoro, ma esprimiamo la nostra ammirazione per il coraggio e la passione manifestati,  con i quali certamente riuscirà ad apportare quei cambiamenti nell’urbanistica che speriamo presto costituiscano un modello-Roma positivo per tutta la nazione.

 

 

(1)Paolo Berdini (Roma, 16 dicembre 1948) è stato Segretario generale nazionale dal 1990 al 1992, precedentemente ha ricoperto la carica di Segretario regionale della Sezione Lazio dal 1988 al 1990. E’ stato membro del Consiglio direttivo nazionale dal 1989 al 1992.

Urbanista, si è laureato nel 1976 presso la facoltà di Ingegneria dell’università La Sapienza di Roma. Svolge attività di progettazione, direzione tecnica e consulenza in materia urbanistica per conto delle pubbliche amministrazioni.

Ha perfezionato gli studi nell’anno 1985 presso lo IAURIF, Istitut d’amenagement et d’urbanism de la Region d’Ile de France di Parigi, con borsa di studio CNR. E’ iscritto all’Albo degli esperti in Pianificazione territoriale del Ministero dei Lavori Pubblici.

Il suo periodo di formazione è continuato presso l’Istituto nazionale di urbanistica dove ha svolto attività di ricerca e collaborato all’impostazione della prima e della seconda Rassegna nazionale di urbanistica.

Membro della commissione territorio di Italia Nostra negli anni 2001-2008. Dal 2009 al 2012 è stato membro del Consiglio nazionale del WWF Italia. Fondatore dell’associazione Polis, è membro del Comitato per la Bellezza Antonio Cederna.

E’ stato consulente dell’Assessorato all’urbanistica della Regione Lazio dal 1995 al 1999; nonché consulente l’urbanistica dei comuni di Lanuvio, Aprilia, Oriolo e Bassano in Teverina e dell’Università di Roma “Tor Vergata”. E’ autore di piani urbanistici generali e attuativi. Ha redatto il Piano di assetto del Parco regionale dei Castelli romani (2004).

Dal luglio del 1999 fino all’aprile 2000 è stato membro dell’Ufficio di programma della Presidenza della Giunta della Regione Lazio. Dal 2001 è stato membro della Commissione di studio per la redazione del Testo unico in materia urbanistica della Regione Lazio. Ha redatto insieme ad altri progetti di legge di riforma della Legge urbanistica nazionale per conto dell’Associazione Polis (2002-2006).

Negli anni accademici 2005/2009 è stato docente a contratto di Urbanistica presso la facoltà di Ingegneria dell’Università di Tor Vergata. Ha svolto lezioni presso numerose università italiane e straniere quali la Scuola di Architettura di Mendrisio (Ch).

È tra i più profondi conoscitori dell’urbanistica di Roma. I suoi maggiori contributi sono: Il giubileo senza città, Editori riuniti, Roma 2000; Esclusione e comunità (insieme ad altri), Edizioni del Lavoro, Roma 2004, dedicato alla grande figura di don Luigi di Liegro; Modello Roma (insieme ad altri); Odradek editore, Roma 2007; Le mani sulla città (insieme ad altri), Alegre editore, Roma 2011. Ha collaborato con Italo Insolera alla nuova edizione aggiornata del fondamentale libro dedicato alla storia urbanistica della capitale Roma moderna, Einaudi, Torino 2011.

È stato relatore in importanti eventi culturali. In particolare: nel Festival delle Utopie Concrete, Fondazione Alexander Langer (Città di Castello 2009); Istituto di studi filosofici di Napoli nell’ambito de Le città d’Europa (Napoli, 2009); Cinquantenario dalla scomparsa di Adriano Olivetti (Ivrea 2010); Incontri internazionali di culture Oriente occidente (Rovereto, 2010); Fondazione San Fedele (Milano, 2011); Fondazione Calzari Trebeschi (Brescia 2012); I presidi del libro della Sardegna (Cagliari 2012); Fondazione Franco Antonicelli (Torino 2013). Ha partecipato in qualità di relatore alle due edizioni del Festival della città organizzato dall’editore Laterza svoltosi a Ferrara (2008 e 2009).

È autore di numerosi articoli apparsi sulle più prestigiose riviste di settore: Urbanistica, Capitolium, Urbanistica Informazioni, Contesti, La Nuova Ecologia, Verde Ambiente, Bollettino Italia Nostra, Le Città, Ar, Edilizia e Territorio-Sole 24 ore, Rassegna di architettura e di urbanistica, Città e campagna, Il Potere locale, L’impresa pubblica, Metropoli.

Scrive regolarmente su quotidiani e periodici generalisti. È editorialista e opinionista dal 2009 de Il Manifesto; dal 2010 ha un blog sul quotidiano Ilfattoquotidiano. Dal 2001 al 2008 è stato editorialista dell’edizione romana del Corriere della Sera.

Negli anni Novanta ha collaborato con le pagine culturali di Paese Sera. Suoi articoli sono apparsi su Repubblica, L’Unità, Avvenimenti. Ha collaborato fin dalla sua nascita con i periodici Carta e Left. Sue interviste sono apparse negli ultimi anni su: Terra, Il Riformista, Liberazione, Libero, L’Unità, Sapere, Lo Straniero, Gomorra, Ragionamenti, Rinascita, Quaderni romani, Alternativa per il socialismo, Etica e economia.

Collabora con il sito www.Eddyburg.it, il più importante e frequentato giacimento italiano di cultura urbanistica. Nel dibattito sullo stato dell’urbanistica italiana ha pubblicato opinioni su libri collettanei: Dove va l’urbanistica (Aiòn, 2011); La città venduta (Italia Nostra – Gangemi editore, 2011); Il pianeta degli urbanisti (Derive e approdi, 2013).Collabora sistematicamente con molte trasmissioni televisive di prestigio: Report (Rai 3); Exit (La 7); Ambiente Italia (Rai 3). Interventi ed interviste sono apparse sul Tg1; Tg3; Prima del Tg(Rai 3); Rai Educational; Diogene; Rai uno mattina.. Dibattiti e interviste sono stati trasmessi dai radiogiornali della rete Rai 1, La città ne parla (radio 3),La radio ne parla (radio 1); Fahrenheit (radio3); Radio3 suite.

 

(2) È autore di libri di grande successo editoriale, quali: La città in vendita, Donzelli, Roma 2008, e Breve storia dell’abuso edilizio in Italia, Donzelli, Roma 2010.Negli ultimi anni si è occupato del tema del contenimento dell’uso del territorio pubblicando i libri collettanei No Sprawl, Alinea, Firenze 2006; “Il consumo di suolo in Italia 1995-2006”, in Democrazia e diritto, n. 1/2009); Consumo di suolo zero, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2010; Terra rubata, viaggio nell’Italia che scompare, a cura del Fai e del WWF, Roma 2012;Le mani sulla città.  2011, Edizioni Alegre ; Le città fallite. I grandi comuni italiani e la crisi del welfare urbano 2014, Donzelli.

 

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redazione

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