L’insostenibile pesantezza del muoversi 2.0
Probabili cadute su disastri annunciati
Connessioni smarrite, tempi mal calcolati
L’apocalisse è quello che c’è già
Mistica Bio Meccanica
Eonica soap-opera, puntate quotidiane
Assegnate le parti corrono le comparse.
Del resto, sai, mimporta ‘nasega…1
di William Domenichini
Il teorema è noto: privatizzare i ricavi, socializzare le perdite. Occorre premettere le ipotesi da verificare, dallo stato finanziario disastroso di società pubbliche (grazie a gestioni sui generis), alla creazione delle condizioni normative per la privatizzazione, passando per convincere l’opinione pubblica che la strada intrapresa è l’unica possibile (pena perdita di posti di lavoro), fino a nominare gli uomini giusti al posto giusto. Il campo di applicazione è pressoché universale ma sui beni comuni, che costituiscono monopoli naturali, la partita è assai ghiotta: dal suolo all’acqua passando per i servizi essenziali, per il rischio d’impresa pressoché nullo, grazie ad un controllo capillare e tornaconto elettorale che è funzione e non derivata. Tra le ultime frontiere d’assolto c’è la “polveriera” del trasporto pubblico locale (TPL) ed in Liguria il primo passo è stato l’approvazione in consiglio regionale della proposta di legge sul riordino del settore2, presentata dalla giunta Burlando. Un provvedimento che costruirà un bacino unico ed un unico bando di gara per l’affidamento della gestione per il servizio su ferro e su gomma. In queste condizioni le aziende pubbliche, attuali gestori del settore, verranno schiacciati da colossi del calibro di BusItalia (controllata da Trenitalia) finendo con il perdere l’affidamento in favore di privati, magari con lo stesso stratagemma fiorentino: un’associazione temporanea d’impresa con CAP Prato e Autoguidovie S.p.A. (Milano) a spartirsi la torta gigliata.
Ogni cosa a suo tempo. Secondo Enrico Vesco, assessore ligure ai trasporti (PdCI)3, “la costituzione di un’agenzia regionale avrà il compito di sovrintendere alla gestione del trasporto pubblico in tutta la Liguria […]. Attraverso l’agenzia potremo fare una gara unica per l’aggiudicazione del servizio, gestendolo in modo più snello e consentendo anche in buona parte il recupero dell’Iva che non è più rimborsata dallo Stato e che è diventata un costo insostenibile per gli Enti”4. Un leitmotiv in linea di totale fedeltà al presidente Burlando che, per non temere sorprese, avverte dell’assoluta necessità di tale operazione5.
Un quadro complesso soprattutto per le difficili condizioni finanziarie di alcune aziende locali di trasporto, frammentato, confuse, con forti contraddizione di interessi delle varie specificità locali. Per esempio fa credere che la legge regionale sia l’unica speranza per salvare la genovese AMT dal mare di debiti in cui è sommersa e si usa il solito ricatto occupazionale per far passare privatizzazioni (o svendite) senza nessun progetto industriale che garantisca lavoratori e servizio: dall’altra la stigmatizzazione di chi si oppone a questo processo, ed avrà sulla coscienza il fallimento delle aziende liguri in difficoltà. Ma a Genova esplode la rabbia con l’approvazione della delibera proposta dalla giunta genovese, che ipotizza l’ingresso di soci privati in alcune aziende comunali, in un consiglio comunale che si svolge a porte chiuse6 mentre fuori, all’ombra della Lanterna, si scatenano gli scioperi.
In Liguria il film è già stato visto per la vicenda della multiutility spezzina, ACAM, e ben riuscito. Ma nel caso dei trasporti la Resistenza passa proprio dal levante. ATC S.p.A., l’Azienda di Trasporti Consortile spezzino, ente di diritto privato in controllo pubblico7, trasformata, nei tempi della fioritura delle Spa pubbliche, in holding8: nonostante le precarie condizioni ed i continui tagli del settore, con poco più di 400 dipendenti fa circolare oltre 300 veicoli su circa 977 km di rete. Nonostante un bilancio sano9 a fine 2012, ATC S.p.A. e le sue controllate sono state sottoposte a verifica amministrativo-contabile da parte del Ministero delle Finanze. Nel corso della verifica sono stati formulati alcuni rilievi: la Società, “pur ritenendo di aver sempre agito correttamente e nel prendere atto che la più parte delle osservazioni riguardano la controllata ATC Esercizio S.p.A., ha ritenuto opportuno, con il Comune capoluogo” – ed una consulenza esterna – “elaborare una relazione di risposta, da inviare alla Corte dei Conti Regionale ed al Ministero delle Finanze”. Cosa dirà mai questa relazione da essere controdedotta?
Nella bufera della legge regionale arriva il rinnovo del management ATC. Flavio Cavallini, dirigente dell’ASL spezzina e politico di lungo corso10, viene confermato alla presidenza anche se risulterebbe, in punta di diritto, incompatibile11, ipotesi avallata anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione12. Per evitare questioni l’ASL da al Cavallini un permesso di 30 giorni per poter fare il presidente in ATC13, per il quale riceverà il dovuto compenso di circa 35.000 €: 1.166,67 € al giorno. Poi c’è Renato Goretta14, precedentemente consigliere e amministratore delegato di ATC S.p.A. (incarichi per cui ha avuto un raddoppio di compensi da 12.358 € ad 29.784 € nel biennio 2010/2011) oltre che consigliere delegato dell’ATC Esercizio S.p.A. (per il quale è previsto un compenso complessivo di 45.875 €), viene nominato presidente ed amministratore delegato di ATC Esercizio15, nonostante i suoi possibili conflitti d’interesse in relazione alle sue attività professionali, dubbi già evidenziati durante i suoi precedenti incarichi in ATC16. Il resto delle nomine non se la passa tanto meglio: risulterebbero incompatibili, in quanto dirigenti del comune spezzino17 Massimiliano Curletto (peraltro già membro del Cda di ACAM S.p.A.18) e Gianluca Rinaldi, così come la genovese Ivana Toso, a capo della Direzione movimento di AMT19. Secondo gli esperti la normativa obbliga l’azienda ad avere un rappresentante nel CdA dell’ente partecipato, ma parrebbe incomprensibile perché, tra le tante casistiche, gli enti nominino dei dirigenti, per legge incompatibili. La ciliegina della complicazione è il controllore: chi verifica la compatibilità delle nomine è Riccardo Venturini (dirigente ATC S.p.A., responsabile della Trasparenza20 e prevenzione corruzione21), al tempo stesso consigliere d’amministrazione di SMC ES. SCARL S.r.l.22 e capogruppo nel consiglio comunale spezzino (PD)23.
Perché nominare consigli d’amministrazione che potrebbero comportare la nullità del contratto di conferimento dell’incarico, la sanzioni per coloro che conferiscono l’incarico e l’invalidità degli atti del consiglio di amministrazione? Burlando docet, il bacino unico s’ha da fare, e non sia mai che chi lo ritiene una jattura per aziende che hanno i conti in ordine, potrebbero essere pronte sorprese in cui i posti di lavoro saranno protagonisti dell’ennesimo ricatto.
La trama della storia risciacqua anche i panni in Arno, ed ha il sapore delle tante vertenze che si sviluppano a monte di processi di privatizzazione: gestioni clientelari fallimentari, stati finanziari debitori spaventosi e svendita, senza nessuna ombra di programmazione, progettazione, ricerca ed investimenti. Prendiamo ATAF (Firenze): non viene mai presentato un piano industriale di rilancio del servizio, ma solo documenti di esuberi e di tagli del costi di lavoro, mentre le proposte avanzate dalla Rsu sono sistematicamente ignorate. Avanzano gli artigli di BusItalia, il progetto non parrebbe rendere più efficiente l’azienda e migliorare il servizio ma procede a spacchettare l’azienda. La benedizione arriva dal sindaco/segretario Renzi24, grazie al quale si sdoganano parole come privatizzazione, esuberi25 ed esternalizzazioni26. Lo tsunami toscano ha la stessa lunghezza d’onda di quello ligure. L’allora Presidente di CPT (Pisa), in merito alla gara unica regionale, affermava che “con le risorse prospettate dalla Regione è stato calcolato un corrispettivo medio a km di 2,89 euro. Noi attualmente lo gestiamo a 3,35 euro. […] Un altro problema riguarda la salvaguardia occupazionale, problema che deriverà dalla diminuzione del servizio. Con 10 milioni di km in meno il rischio esuberi, su scala regionale, potrebbe tradursi in 7-800 persone in meno”27.
Com’è noto, il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. Sulla vicenda interviene anche il francese Hubert Guyot, ex-amministratore delegato dell’AMT che lascia l’azienda genovese nel ’98 per diventare CEO di Connexxion28, compagnia di trasporto pubblico olandese che conta 14.600 dipendenti, 8.000 veicoli e un fatturato di più di 1 miliardo di euro. “Bisogna saper organizzare il servizio”, dichiara dall’alto delle sue competenze un manager da 156.000 euro annui29 (a voi le debite proporzioni), sottolineando come il potere politico debba star lontano dai Cda. Pena del contrappasso sulla creatura della legge regionale ligure, l’agenzia regionale dei trasporti, incombono già figure pesanti, carriere partitiche, parcheggi di pensioni garantite, al netto delle denunce di alcuni sindacati sulla sua natura di ennesimo “carrozzone per la spartizione di poltrone”30, che costerà alla collettività oltre 4 milioni di euro31, soldi pubblici che evidentemente non andranno a contribuire ad assunzioni o nuovi mezzi, o esperti che ottimizzino il servizio. Mentre il sistema Italia fa i conti con l’ennesimo tracollo di un settore in cui fino a qualche anno fa era all’avanguardia, la latitanza di misure industriali che vadano verso una mobilità sostenibile sono proporzionali ai tentativi di fare cassa. Nel resto dell’Europa guardano la nostra insostenibile pensantezza del muoversi.
Note
[…]
2. Gli incarichi di direttore generale, direttore sanitario e direttore amministrativo nelle aziende sanitarie locali di una regione sono incompatibili:
[…]
c) con la carica di presidente e amministratore delegato di enti di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione, nonchè di province, comuni con popolazione superiore ai 15.000 abitanti o di forme associative tra comuni aventi la medesima popolazione della stessa regione.
La Commissione, pertanto, ritiene di dover concludere nel senso che:
[…]
b) I Dirigenti di distretto, direttori di dipartimento e di presidio e, in generale, i direttori di strutture complesse rientrano sicuramente nel campo di applicazione della disciplina in esame.
[…]
3. Gli incarichi dirigenziali ,interni ed esterni, nelle pubbliche amministrazioni, negli enti pubblici e negli enti di diritto privato in controllo pubblico di livello provinciale o comunale sono incompatibili:
[ …]
c) con la carica di componente di organi di indirizzo negli enti di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione, nonché delle provincie, comuni con popolazione superiore ai 15,000 abitanti…)
Presidente: Enrico Sassi. A.D.: Luigi Sardi. Consiglieri: Enzo Sivori, Daniele Passini, Riccardo Venturini, Luciano Marchiori, Costanza Righi Riva [http://www.atcesercizio.it/]