Febbraio 2015
Questo numero è incentrato sull’elemento che raramente consideriamo e che continuamente calpestiamo: il suolo. In alcune immagini che corredano gli articoli ne scopriamo la sostanziale bellezza, ignorata dallo sguardo che raramente si volge a terra.
Però tutti i contributi di questo numero trattano delle fondamenta su cui poggiano le buone e le cattive pratiche di chi edifica o cementifica o di chi si limita a volere il rispetto dell’esistente (finché c’è).
In prima pagina, Paolo Berdini ci ricorda come occorra Tornare al governo pubblico delle città e del territorio per salvare il salvabile
Seele Fragat ci ricorda invece che siamo arrivati al 2015 anno internazionale dei suoli fra nuove consapevolezze e vecchie ipocrisie e che la legge nazionale avrebbe qualcosa da imparare da quella toscana.
Emilio Molinari da tempo ci aveva consegnato questo articolo (e con lui ci scusiamo per il ritardo nella pubblicazione): No Expo o Expo dei Popoli? Fuori da Expo o dentro a Expo? una riflessione che vuole proporre, e cogliere le opportunità dell’imminente kermesse milanese.
William Domenichini scava dentro Le opere pubbliche alla Marchese del Grillo: un ennesimo “bell’esempio” di consumo del suolo in salsa ligure dove l’opacità domina prepotente.
La prefazione a un libro di Berdini, fatta dal giurista Paolo Maddalena, tratta de Le città fallite. I grandi comuni italiani e la crisi del welfare urbano chiudendo il cerchio: bisogna tornare alla concezione storica della città “dove si ha un luogo privato per vivere, la casa, e un luogo pubblico, la città, destinato alla socializzazione”.
Purtroppo a socializzare si può inciampare su intoppi e lucchetti, com’è capitato lungo la mitica ex-via dell’amore alle Cinque Terre. E dunque To.Far. propone Diamo via l’amore … senza rimpianti. Magari suolo e paesaggio ci guadagnano ….