Effecorta, filiera che non produce rifiuti

Effecorta, filiera che non produce rifiuti

di Eros Tetti

Capannori è ormai la capitale italiana del riciclaggio, non equivochiamo, qui si parla di rifiuti, luogo di avanguardie che ha dato i natali all’ ormai famoso Rossano Ercolini e la sua associazione Zero Waste. Rossano lo scorso anno si è fregiato del famoso premio “Goldman Environmental Prize”, il cosiddetto Nobel alternativo per l’ambiente, un riconoscimento a livello mondiale. Un premio che però va esteso a tutta la popolazione capannorese e ai tanti attivisti che su questo territorio hanno coltivato una visione ambientale molto interessante cercando di trovare soluzioni concrete all’annosa questione dei rifiuti.

Una tra queste realtà che  merita attenzione e propone un modello interessante è la bottega Effecorta, gestita in modo sapiente dalle due proprietarie Erika e Alessia sempre disponibili sia a spiegare il loro progetto sia a dare indicazioni sulla provenienza e la filiera dei prodotti che si trovano sugli scaffali o meglio ancora nei dispenser.

Questo negozio mi ha fatto letteralmente innamorare la prima volta che vi sono entrato, qualche anno fa: perché?  Finalmente potevo fare la spesa senza dovermi portare a casa kilogrammi di rifiuti; infatti tutti i prodotti vengono venduti sfusi e sono raccolti in appositi dispenser da muro. Ci si munisce di un’ ecologico sacchetto di carta e lo si riempie direttamente dal dispenser con il prodotto che ci interessa. E’ un’innovazione che ci riporta ai vecchi negozi di decenni fa dove gli alimenti venivano tenuti sfusi in negozio.

Così è per tutto, dai cereali alle farine, pasta, spezie e tutto il necessario per l’alimentazione umana. Insomma, poter tornare a casa con una spesa completa senza aver prodotto rifiuti dà una sensazione di benessere non indifferente. La mia grande preoccupazione è sempre stata quella di dover tornare dalla spesa carico di contenitori monouso, che una volta buttati nei rifiuti, anche se riciclati, finiscono troppo spesso in qualche inceneritore. Insomma, Effecorta ci insegna che il miglior modo per non fare rifiuti è non produrli all’origine, una banale genialità che ormai ai giorni d’oggi sembra impossibile da concepire.

Il potenziale di questo negozio non si limita a non creare rifiuti, il fiore all’ occhiello sta proprio nella filiera del prodotto. Infatti i prodotti in vendita vengono scelti con cura tra i produttori locali in un raggio di 70 km dal negozio. Una scelta che, oltre a far diminuire l’inquinamento causato dal trasporto delle merci, aiuta la ripresa dell’agricoltura locale creando un mercato certo per i produttori che vedono il loro prodotto valorizzato e soprattutto pagato adeguatamente.

Ultimamente le buone pratiche dell’ Effecorta si sono ampliate e adiacente al negozio è nata una bellissima osteria, “L’Osteria”, dove è possibile degustare prodotti locali preparati seguendo ricette di una volta rivisitate in chiave moderna. Ogni giorno la cucina propone un menù diverso dove non vi sono troppe pietanze ma vi è garanzia della qualità e freschezza dei piatti.

Ho ritenuto giusto far conoscere questa piccola realtà perché racchiude il modello di bottega per il futuro: non si producono rifiuti e si ri-alimenta la filiera locale. E poi perché sarebbe importante far nascere a fianco dei GAS (gruppi di acquisto solidale) negozi di questo tipo, ridando dignità al commercio e all’importante ruolo che può rivestire nel cambiamento e nella difesa del “territorio bene comune”. Addirittura, alcuni gruppi volontari potrebbero costituirsi in associazione, o individuare qualche giovane imprenditore, per gestire botteghe del genere facendole diventare veri e propri baluardi che riportino l’ agricoltura al centro di un cambiamento necessario. Quello che ci farebbe uscire dal paradigma modernista, responsabile dello stallo attuale, stimolando e sviluppando un modello auto/sostenibile.

Un altro salto di qualità, in questo senso, sarà quello di proporre prodotti naturali, ovvero senza uso di prodotti chimici e trattati, creando relazioni di fiducia coi produttori locali. Ma intanto godiamoci questo passo avanti, anzi questo passo indietro che ci riporta verso la cultura contadina.

Oggi, dopo l’esperienza pilota di Capannori sono nate altre due Effecorta a Milano e a Prato. Queste  realtà sono come un piccolo David davanti ad un insolente Golia; piccole realtà che cercano di dare un nuovo significato al commercio e una nuova dignità alle produzioni agricole contadine ormai soverchiate dall’agricoltura industriale.

Le informazioni necessarie per contattare  Effecorta e per capire come riprodurre questo tipo di esperienza si possono trovare su http://www.effecorta.it/

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redazione

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