2015 anno internazionale dei suoli fra nuove consapevolezze e vecchie ipocrisie

 

di Seele Fragat

 

La percezione del suolo

Questa immagine   raffigurante un orto dipinto da Mirò all’inizio del suo percorso artistico riesce,a mio avviso, a comunicare con grande semplicità ed efficacia,  attraverso un insieme di  colori  tonali e una miriade di segni simbolici, l’esatta percezione del concetto di suolo.

La terra fertile del campo in primo piano, dalla quale nascono verdure che si differenziano in una moltitudine di piantine e coltivazioni, gli alberi ad alto fusto che ondeggiano al vento  e le nuvole che riverberano le zolle arate,  il cielo e l’atmosfera,  tutto pare riemergere  alla  superficie in un rimando giocoso di tratti , segmenti e parentesi e in  una punteggiatura che ricorda la simbologia dei sistemi algebrici.

Ed è alla logica sistemica che occorre riferirsi, per comprendere la natura del suolo, perché tutti gli elementi sono in stretta connessione attraverso  una serie di vibrazioni e onde che formano un unico ciclo armonico di cui, nel quadro, anche  la casa e l’animale fanno parte.

Spesso l’incontro con un ‘immagine, in special modo se realizzata da un artista come Joan Mirò, permette di giungere direttamente attraverso le emozioni, alla comprensione di alcuni fenomeni che pur essendo sempre sotto i nostri occhi  non vengono colti nella loro effettiva pregnanza.

Purtroppo la percezione del concetto di suolo nelle diverse realtà culturali, sociali, amministrative, politiche e  professionali resta  ancora confusa.

Il concetto di suolo, seppure è alla base della nostra  esistenza, non risulta essere di immediata ricezione , probabilmente perché è  in continua evoluzione a causa di molteplici fattori,   rappresentando il punto di contatto tra litosfera, atmosfera, idrosfera e biosfera.

Di fatto è uno strato della parte più esterna della crosta terrestre, di ridottissimo spessore, formato da particelle minerali, materia organica, acqua, gas e organismi viventi; risultato dell’equilibrio tra queste diverse componenti, prezioso quanto precario, e svolge funzioni insostituibili per il mantenimento della vita. Eppure, a dispetto del suo esiguo spessore, il suolo riveste un ruolo fondamentale per il mantenimento della vita sulla Terra. La presenza di suolo è condizione indispensabile per l’esistenza della vegetazione naturale; in assenza di un suolo fertile non si possono impiantare le coltivazioni agricole necessarie al sostentamento del genere umano.

E’ quindi generalmente percepito come il solo supporto alla produzione agricola. In realtà il suolo, in quanto corpo vivente complesso, esplica una serie di funzioni che lo pongono di diritto al centro degli equilibri ambientali . Esso gioca un ruolo prioritario nella salvaguardia delle acque sotterranee dall’inquinamento, nel controllo della quantità di CO2 dell’atmosfera, nella regolazione dei flussi idrici superficiali con dirette conseguenze sugli eventi alluvionali e franosi, nel mantenimento della biodiversità e nei cicli degli elementi nutritivi.

 

La comprensione del suolo

Il suolo è molto di più di quello che potrebbe sembrare a prima vista. La sua impalcatura è costituita da una matrice di particelle solide, materia minerale che proviene dalla disgregazione delle rocce e materia organica che deriva dall’attività di piante e animali. Questa struttura è naturalmente porosa, e al suo interno si infiltra acqua, arricchita di sali inorganici e molecole organiche, e si diffondono gas di varia natura.

Tuttavia il suolo non è soltanto la somma delle sue componenti, ma anche il risultato delle loro complesse interazioni di natura fisica e chimica. E’un complesso corpo vivente, in continua evoluzione e sotto alcuni aspetti ancora poco conosciuto, ma è  una risorsa non rinnovabile ed estremamente fragile,infatti  impiega millenni per formarsi: la sua distruzione è irreversibile. Occorrono almeno 100-200 anni perché da un suolo minerale si formi un primo sottile strato di materiale organico stabilizzato da vegetali pionieri. Da qui allo sviluppo di un suolo maturo dovrà passare ancora circa un millennio.

Pertanto dovrebbe essere chiaro che chi distrugge suolo fertile e lo copre di cemento compie un danno irreversibile per molti millenni, privando le generazioni future della base del sostentamento.

Risulta evidente che una maggiore consapevolezza dell’importanza del suolo è il prerequisito indispensabile per salvaguardare questa importante risorsa naturale, garantendo così la qualità della vita sulla terra.

Purtroppo non è ancora chiaro a tutti che deve essere inteso come bene comune ed insostituibile. Ma per farlo è necessario un cambiamento di coscienza, prima che di legislazione e di governabilità di territorio, perché se un bene viene appreso come valore può essere difeso , gestito   ed utilizzato  nell’ottica di rispetto e salvaguardia.

L’ONU ha dichiarato il 2015 l’Anno Internazionale dei Suoli , e anche l’Expo di Milano è all’insegna del cibo; sembra pleonastico dirlo, ma non c’è cibo senza  agricoltura, né agricoltura senza suolo.
L’economia, non soltanto quella agricola si fonda su una errata concezione: il suolo è valutato come un contenitore vuoto che si può riempire a piacimento, con le varie attività, un supporto neutro su cui si può produrre ed edificare tutto.

In Italia, si  consumano   circa 8 metri quadrati al secondo di suolo e si continua a coprire, ininterrottamente, notte e giorno, il nostro territorio con asfalto e cemento, edifici e capannoni e i tre quarti della crescita urbana interessano le pianure fertili del paese.(1)

Per  far fronte a tale emergenza è vitale  fermare   subito la cementificazione. Risulta   di fondamentale importanza disporre di leggi che permettano di gestire questa inversione di tendenza. Per raggiungere l’obiettivo  è indispensabile  eliminare in maniera chiara gli equivoci sull’edificabilità e ribadire legislativamente, come suggerì la Corte Costituzionale, che lo jus aedificandi non è tra i contenuti della proprietà privata dei suoli. (2)

 

La legge toscana e quella nazionale

 

Un esempio positivo proviene dalla Regione Toscana che recentemente ha approvato una nuova legge di riforma  urbanistica (l.r.65/2014 ), la prima in Italia che dispone  mezzi idonei per fronteggiare l’emergenza della perdita di questa preziosa risorsa. Il testo  è molto complesso in quanto  affronta tutti gli aspetti del governo del territorio con  256 articoli : dalla partecipazione al monitoraggio, all’inserimento della politica abitativa fra gli standard urbanistici, a un grande impegno nella prevenzione dei rischi sismici e  idrogeologici.

Le prescrizioni relative al consumo del suolo sono formulate molto semplicemente; infatti la legge impone a ciascun Comune della Toscana di distinguere nel proprio territorio due parti,  la parte urbanizzata e  la parte non urbanizzata,disponendo che per soddisfare i bisogni pregressi si costruisca  solo entro il  perimetro urbanizzato. Del resto  non consumare più suolo , non significa sviluppo zero e tanto meno fermare l’attività costruttiva, la quale potrà  trovare molteplici opportunità di lavoro  entro il territorio urbanizzato,il quale  viene definito e delimitato, per promuoverne il riuso e la riqualificazione.

Contrariamente  nel disegno di legge sul “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”( C. 2039 Governo), il testo base più recente, adottato il 20 gennaio scorso dalle Commissioni riunite VIII (Ambiente, territorio e lavori pubblici) e XIII (Agricoltura), non pare altrettanto efficace in quanto rimanda il  contenimento del consumo del suolo ad  un dispositivo fondamentale basato su tre passaggi che nell’articolarsi dal livello nazionale a quelli regionale e comunale, dilaziona i tempi  e ne disperde l’efficacia. Si rischia che la legge venga forse applicata quando ormai non ci sarà più un metro quadrato di  suolo.

Sarebbe più opportuno, come già suggerito da più voci esperte – con particolare riferimento alle proposte formulate da Eddyburg(3) – che  la salvaguardia del territorio non urbanizzato, vista la sua caratteristica  ambientale, legata alla qualità di vita dei singoli e delle collettività, costituisca parte integrante della tutela dell’ambiente e del paesaggio ed in quanto tale la relativa disciplina  rientri nella competenza legislativa esclusiva dello Stato, ai sensi dell’art. 117, comma 2, lett. s) della Costituzione.

Di fatto l’unica possibilità concreta per agire subito sul territorio è quella di affidarsi alla norma della Costituzione che attribuisce poteri esclusivi allo Stato e quindi alla sua diretta capacità di “comando” sui Comuni.

Purtroppo si sono perse molte occasioni in questi anni , forse anche a  causa di  quella mancanza di percezione, di sensibilità e di conoscenza  sull’effettiva importanza del  suolo, di cui s’è accennato. Ora non c’è più tempo,bisogna agire da subito con determinazione e con chiarezza come ha fatto la Regione Toscana e soprattutto eliminare tutte le norme ipocrite che mirano a vanificare gli sforzi,  in nome di un decaduto e lacerato  modello di sviluppo quantitativo che non convince più nessuno. Rimuovere quelle leggi che contrastano i provvedimenti per mettere a freno l’avidità e la stupidità di chi sostanzialmente  non ama la bellezza, né l’arte né la  vita.

Perché chi ama la vita , ama il suolo-terra e chi ama la terra ama il proprio territorio di vita e non può permetterne la sua distruzione.

 

“ solo grazie all’amore può esistere il rispetto e la salvaguardia”. Vandana Shiva

 

 

  1. ISPRA il consumo in Italia edizione 2014
  2. Il consumo di suolo e la mistificazione del jus aedificandi di PAOLO MADDALENA 17 Febbraio   2014
  3. Eddyburg: http://www.eddyburg.it/2015/02/eddyburg-e-le-norme-sul-consumo-di-suolo.html

 

 

immagini : 1 Joan Mirò Orto con asino 1918

2 Joan Mirò La fattoria 1922

3 Joan Mirò, La chiesa e il paese di  Montroig, 1919

               4 Joan Mirò Le tracce dei carri 1918

          

 

 

 

 

 

 

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redazione

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