Un piccione seduto su un ramo di fico riflette sull’Expò

Un piccione seduto su un ramo di fico riflette sull’Expò

di To.Far.

Parafrasare l’azzeccato titolo di uno tra i film più interessanti tra quelli usciti di recente e che consiglio caldamente di vedere (“Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza”) è forse riduttivo per questa opera cinematografica. Ma, leggendo le ultime notizie sulla kermesse che inizierà a Milano tra meno di un mese, proprio così mi sono sentita. Totalmente fuori campo come il piccione del film e con un panorama assurdo, quello del genere umano allo sbando, davanti agli occhi.

Non si sa quando e quanti padiglioni saranno pronti ma nel frattempo una fortunata ditta che si occupa di coprire le impalcature dei palazzi in ristrutturazione o costruzione ha ricevuto commesse per un milione e rotti euro per “vestire” appunto con teloni gl’incompiuti. Sui teloni, oramai si sa, verranno stampate le fattezze dell’edificio, come sarebbe una volta terminato. Scene e fondali non sono più appannaggio di cinema e teatro ma si affacciano su un set reale, dove la gente – oltre che spaesata dalla finzione architettonica – si troverà a percorrere strade a loro volta incompiute. Non oso immaginare verso dove.

Sull’indeterminatezza del futuro della ristorazione monopolio di Farinetti, non essendo Cantone o Costamagna, non indago, ma il Fico sì, m’interessa. F.i.co (Fabbrica Italiana Contadina) ovviamente è parte di Eataly World e sta sorgendo a Bologna come spin-off dell’Expò di Milano.

Una volta terminata la kermesse milanese inizierà quella bolognese. Ovviamente F.i.co è anche creatura della Coop Adriatica, partner di Eataly, che così la descrive: “… aprirà in una staffetta ideale, poco dopo la chiusura dell’Expò, per attrarre visitatori da tutto il mondo. Secondo il National Geographic Traveller, prima ancora di nascere è già fra le mete imperdibili del 2015 nel pianeta (sic). Senza consumare nuovo territorio, Fico occuperà l’area di 80 mila metri quadrati del Centro agroalimentare di Bologna”. Praticamente si tratta del vecchio mercato ortofrutticolo della città, qui riconvertito in “campi e coltivazioni didattiche, stalle e animali rappresentativi di tutte le filiere; oltre 40 mini-fabbriche dove assistere alla produzione delle grandi specialità nazionali, dai salumi tradizionali fino alla liquirizia; decine di ristoranti (…) per degustare i piatti ed acquistare i prodotti migliori del nostro Paese; aree, laboratori e percorsi didattici; un grande centro congressi e spazi per la cultura, ovviamente a tema”.

Il piccione fatica un po’ a focalizzare gli oltre 6 milioni di persone che, dall’Italia e dall’estero, verranno a visitare un tale pot-pourri caleidoscopico. Anche perché l’orizzonte dell’invasione si allontana, a quanto pare; da novembre 2015 la data di apertura parrebbe slittare a maggio 2016 “con i prati in fiore” come assicura Oscar Farinetti. Nel frattempo a rinforzare il Fico-Eataly è entrata la cordata (nuova) LINFA. Il piccione non si sofferma sui nominativi dei soci per non turbare il clima idilliaco e soprattutto per non cadere indignato dal ramo. Anzi, vi si tiene ancora più aggrappato scrutando la cementificazione delle campagne circostanti. Ma che importa, la campagna emiliano-romagnola d’ora in poi sarà tutta dentro il/la F.i.co.

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redazione

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