Diamo via l’amore … senza rimpianti

Diamo via l’amore … senza rimpianti

di To.Far.

La via dell’amore, tra Riomaggiore e Manarola alle Cinque Terre, dovrebbe portarmi dolore come qualcuno si augura da tempo. Parlo del collegamento tra i due borghi delle Cinque Terre, che negli ultimi anni ho ritenuto una iattura piuttosto che un valore aggiunto per il territorio (ma certo lo era per chi introitava gli oboli dei passanti). Al momento son dolori soprattutto per chi, residente nelle frazioni del Comune, utilizzava questo percorso pedonale per raggiungere velocemente gli uffici pubblici concentrati nel capoluogo. Dopo la frana del settembre 2012 con la chiusura totale del percorso, il chilometro che separa Manarola da Riomaggiore si è più che triplicato dal momento che si deve caracollare su e giù per i versanti o lungo la strada litoranea di collegamento più a monte, se si vuole evitare di prendere il treno.

Nata come percorso comunale per unire i due villaggi suddetti, attorno al 1930, dopo essere servita da sentiero di collegamento tra le stazioni ferroviarie dove venivano raddoppiati i binari della vecchia ferrovia, e dunque utilizzata dalle poche centinaia di residenti, è diventata – con l’esplosione turistica alle Cinque Terre – il fiore all’occhiello del turismo di massa. Calpestata, cavalcata, deturpata dal neo- kitsch che accomuna i viaggiatori famelici agli amministratori altrettanto famelici. Il Parco nazionale delle Cinque Terre coll’ineguagliabile ex-presidente ed ex-parlamentare europeo in eterna attesa di giudizio, ne aveva fatto il ricettacolo di gadget pacchiani, tipo la distesa di lucchetti dell’amore, piantati ovunque o di panchine scarsamente artistiche, decorate di versi poetici e di fondi di bottiglia incastonati nel ferro battuto.

La contemplazione di questa paccottiglia ci è preclusa e per molto ancora lo sarà. Anche se ogni volta, nell’imminenza di qualche scadenza elettorale, salta fuori un/una candidato/a che sbandiera tra le priorità la riapertura della via. Guarda caso, poco prima delle prossime elezioni regionali, si parla di aprile 2015, dovrebbe essere riaperto il tratto che da Manarola porta al baretto appollaiato sulla scogliera. Costo: 2 milioni e 300 mila euro, 500 mila messi dalla Regione del duo Burlando-Paita, il resto messo dalle Ferrovie che, amorevoli con l’assessore ai Trasporti, sborsano milioni per il look della via ma non per il miglioramento delle condizioni dei pendolari liguri.

E tuttavia sarà l’ennesimo secchio d’acqua buttato in un pozzo senza fondo se, come scrive finanche il Secolo XIX, “I geologi hanno scomposto la via dell’Amore in sette tratti. Ognuno ha bisogno di un intervento mirato ma raccordato con gli altri, per non continuare con la manutenzione a spot che non risolverebbe il problema delle frane. Naturalmente ne risentirà la poesia del sentiero: nuove gallerie, tiranti e magari una passerella sul mare non sono mimetizzabili”.

Che la via dell’amore fosse diventata Dracula lo scrivevamo in tempi non sospetti. Se solo, anziché  ammirare il panorama marino, si alzavano gli occhi sulle rocce a strapiombo, tutte ingabbiate e collegate da tiranti, oppure protette dalla galleria in cemento, metà della poesia se ne andava. Ora la prospettiva sembra peggiore. Al di là della valutazione sulla convenienza al ripristino del mostro (investimenti di decine di milioni per il calpestio di croceristi e mordi-e-fuggi con anni di introito biglietti per recuperare la somma e con l’incognita di ulteriori cedimenti strutturali), che senso ha l’ostinazione? Quando, dopo le guerre nella ex- Jugoslavia, l’antico ponte di Mostar, distrutto dalle bombe, venne ricostruito, si gridò allo scandalo. Un falso storico, a che pro, se non per attrarre i turisti? Il vero scandalo, purtroppo, sta nel fatto che l’uomo distrugge ciò che natura e storia gli hanno dato per sete di guadagno e poi, non contento, dopo averlo deturpato, ricostruisce brutte copie, e sempre per sete di guadagno.

http://www.informazionesostenibile.info/5790/la-maledizione-del-faraone-e-dei-suoi-compaesani/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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redazione

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