La strada per della Palmaria è lastricata di buone intenzioni

La strada per della Palmaria è lastricata di buone intenzioni

di Fabio Carassale

Nel maggio di quest’anno che sta finendo, lo “scheletrone” che ha deturpato per più di quarant’anni il paesaggio di Porto Venere, uno tra i più belli e meglio conservati borghi marinari della Liguria orientale, nel Golfo dei Poeti, sito Unesco patrimonio dell’umanità, è stato finalmente abbattuto.

La lotta portata avanti da numerose associazioni ambientaliste ha visto realizzarsi quello che era l’auspicio di tutti, residenti, turisti e fruitori di questa parte di territorio ligure, da alcuni anni tutelata anche attraverso l’istituzione di un Parco regionale ad hoc, oltre alla presenza di importanti siti SIC per la difesa degli habitat naturali e particolari presenti: ossia la totale cancellazione di quello che fu il primo assalto all’isola da parte degli speculatori che, sul finire degli anni Sessanta, avrebbero voluto trasformarla e snaturarla.

Dopo l’abbattimento dello “scheletrone”, ci si è trovati di fronte ad un “idilliaco” progetto di recupero ambientale che però nascondeva la completa ed inaccettabile urbanizzazione del litorale insulare, proprio di fronte al borgo medioevale di Porto Venere.

Una strada costiera, mimetizzata da passeggiata pedonale, illuminazione pubblica strisciante, faraoniche scogliere artificiali, moli di attracco ed ormeggio in numero sconsideratamente elevato rispetto al minuto fabbisogno dei reali abitanti dell’sola, nuove costruzioni a scomputo di opinabili volumetrie esistenti.euforbia2854

Ecco allora che un progetto, nato con buone intenzioni, diventa inaccettabile. Diventa teatro di ulteriore scontro tra amministratori ed amministrati e, come sempre, dove le porte del dialogo si chiudono, si apre quella del ricorso legale, unica azione democratica che resta a chi ritiene di subire un danno come comunità.

Per questo motivo si sta affrontando, in questo come in altri casi, l’ennesimo ricorso al TAR Liguria: per bloccare quello che nell’appello lanciato settimane fa, e anche qui a parte riportato, viene definito “lo scempio dell’isola Palmaria”.

Leggete e diffondete l’appello; firmatelo e fatelo firmare. Non è per l’immobilismo dell’isola che ci si batte, non è per farla tornare al bel tempo che fu; ma per conservarne il patrimonio storico e ambientale, per preservarne le specie tipiche (come la vegetazione presente sulla riva:  finocchio di mare, euforbia, “fasoele”, i cisti bianchi e rosa profumatissimi) e perché essa rappresenta uno tra gli ultimi scampoli di natura incontaminata della Liguria.

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redazione

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