Ambiente: i limiti della politica spezzina

Ambiente: i limiti della politica spezzina

di Marco Grondacci

Il dato generale da cui partire è la grave sottovalutazione delle dimensioni dei problemi ambientali nel nostro territorio, da parte del ceto politico dirigente della Provincia. Da ciò derivano tre limiti fondamentali nelle azioni delle istituzioni locali:

1. scarsa attenzione al rispetto delle procedure di legge.

Basti pensare alle vicende delle discariche delle colline di Pitelli , dei dragaggi, della bonifica dell’area IP – solo per fare alcuni esempi – ma anche ai ritardi nell’applicare gli strumenti più innovativi in materia di valutazione delle scelte ambientali (come la Valutazione ambientale dei piani urbanistici o l’Autorizzazione Integrata). Questa scarsa attenzione ha spesso prodotto una progettazione delle opere pubbliche di bassa qualità e tuttavia costosa (un esempio per tutti, la vicenda di Piazza del Mercato).

2. inadeguatezza delle strutture preposte e delle figure professionali al loro interno.

Manca l’aggiornamento professionale, mancano risorse anche sotto il profilo economico, manca il coordinamento tra gli enti competenti. C’è una inefficienza assoluta delle strutture preposte alla prevenzione sanitaria in campo ambientale; c’è una mancanza patologica di forme di controllo, trasparenti ed efficienti, sui gestori dei servizi pubblici a rilevanza ambientale : rifiuti e acque in primo luogo. Il sistema dei controlli ambientali è carente sotto il profilo professionale ed economico e non è coordinato né pianificato in chiave eco sistemica.

3. assenza di politiche integrate che mettano al centro lo sviluppo sostenibile del territorio.

La pianificazione urbanistica del Comune capoluogo si è sviluppata, in questi ultimi decenni, attraverso piani di area privi di una visione di insieme del territorio e delle sue potenzialità, ma limitandosi a recepire nelle politiche pubbliche gli interessi dei gruppi forti: operatori portuali e Lega delle cooperative, in primo luogo.
Di fronte alla incapacità costitutiva del livello istituzionale, i compiti di associazioni e comitati ambientalisti o che si occupano della tutela dei diritti sono aumentati, anche in termini di responsabilità .
Forse dopo anni di vertenze che hanno prodotto anche alcune vittorie, possiamo dire che è arrivato il momento, per il movimento ambientalista, di fare un salto di qualità su due livelli di azione: una capacità di analisi integrata dei fattori di inquinamento del nostro territorio e – di conseguenza – la necessità di avanzare proposte complessive che definiscano un concetto di sviluppo sostenibile locale aggregando idee, progetti, interessi economici alternativi ai ceti politici, affaristici e professionali dominanti fino ad ora.

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redazione

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