La “Carta di Feltre”

di Massimo Salvi

il 10 e 11 luglio del 2008 si è svolta a Feltre la conferenza internazionale “Parchi per una sola Terra” alla cui conclusione è stata approvata la “Carta di Feltre” per ricordare agli operatori delleil-castello1-feltre aree naturali protette quali sono i nostri impegni verso la natura e la gente. Ma anche per chiedere al Parlamento e al Governo un forte impegno a difesa della natura, per lo sviluppo di una politica nazionale per le aree protette.
Finora la Carta è stata siglata da 636 enti ed associazioni tra cui molte aree protette, alcuni Comuni, diverse associazioni ambientaliste ed onlus che operano per un futuro migliore per noi tutti ma anche per coloro che debbono ancora nascere.
La Carta di Feltre è anche il documento di riferimento di un nuovo soggetto del mondo dei parchi: l’Unione per i parchi e la natura d’Italia, coordinamento di oltre 4000 persone che professionalmente operano nel e per i parchi italiani, ad ogni livello ed in ogni parte del Paese. Viene proposta all’attenzione della “gente dei parchi”, degli enti di gestione, delle associazioni, di tutti i cittadini, affinché ne possano discutere e, aderendovi, sostenere il movimento culturale che chiede il rafforzamento della rete dei parchi e la nascita del sistema nazionale delle aree naturali protette, terrestri e marine.

Carta di Feltre

Ai Parchi è affidata la responsabilità:
1) di coinvolgere sempre di più le “genti” quali attrici delle politiche di conservazione, che sono alla base di ogni possibile sviluppo davvero sostenibile e durevole;
2) di mettere in atto politiche, strategie e progetti capaci di contrastare ed arrestare la grave perdita di biodiversità, che è una minaccia gravissima per il futuro dell’Umanità;
3) di essere punti di riferimento per la diffusione di politiche innovative per la conservazione delle risorse naturali e della biodiversità a tutto il restante territorio nazionale, per evitare che la frammentazione degli habitat porti ad una perdita di biodiversità naturale e coltivata;
4) di mettere in rete il mondo delle Università e della ricerca, per attingere a tutte le conoscenze e le esperienze maturate nella gestione di territori fragili e bellissimi;
5) di operare per una concreta integrazione delle politiche territoriali (natura, paesaggio, sostenibilità economiche e sociali);
6) di essere, nel contempo, strumento e luogo di conservazione del patrimonio storico e culturale della nostra nazione, in cui in modo originale natura e cultura si intrecciano in un indissolubile insieme di valori, in mille espressioni della cultura locale e nelle tradizioni che vivono nelle diverse realtà locali;
7) di divenire strumento e soggetto della crescita culturale continua e della formazione permanente delle genti, degli amministratori, degli operatori economici e culturali, in attuazione dei principi di cittadinanza responsabile e del “long life learning” promossi e richiesti a livello internazionale;
8)di essere aperti al monitoraggio permanente di efficacia ed efficienza della loro gestione e alla valutazione dei passi effettuati per onorare la loro missione e per raggiungere gli obiettivi istituzionali;
9) di essere “sportello” per le genti all’interno dei territori governati, al fine di rendere sempre più trasparente ed efficace il rapporto tra Cittadino ed Istituzioni;
10) di attivare coerentemente spazi e processi partecipativi con le comunità di riferimento;
11) di essere protagonisti attivi dei processi di trasformazione dello Stato italiano, nell’ambito delle politiche dell’Unione Europea, poiché in ogni esperienza occidentale i Parchi sono strumento di governo locale delle eccellenze e delle emergenze ambientali della Nazione;
12) di contribuire a creare, nei giovani, nuove conoscenze, competenze e visioni, per una classe dirigente consapevole delle sfide del futuro;
13) di “lanciare il cuore oltre l’ostacolo” e di non perdere mai di vista, nel mutare delle esperienze gestionali e delle stagioni politiche, l’esigenza di lavorare per il futuro di coloro i quali devono ancora nascere.
Alla Politica, ad ogni livello, chiediamo:
1) che ponga fine all’emergenza e guardi, finalmente, ai Parchi come ad uno strumento duraturo di pianificazione e di gestione del territorio, di aree sensibili e di risorse insostituibili;
2) che determini la certezza di risorse, finanziarie, umane, legislative in grado di garantire il raggiungimento degli impegnativi obiettivi prefissati;
3) che valorizzi appieno l’autonomia di gestione degli enti a livello territoriale, ma al contempo rafforzi
efficacemente le politiche di coordinamento e di intervento straordinario, dando piena attuazione alle politiche di sistema;
4) che promuova e consolidi un vero “Sistema di Aree Protette”, anche attraverso la creazione di una “task force” nazionale dei Parchi con esperienze miste a livello centrale, regionale e delle autonomie gestionali;
5) che semplifichi la gestione amministrativa all’interno dei Parchi, demandando agli Enti di gestione i compiti del rilascio delle autorizzazioni ambientali, paesaggistiche e culturali ad ogni livello, ferme restando le autorizzazioni edilizio/urbanistiche di competenza dei Comuni;
6) che sia data piena attuazione all’art. 7 della L. 394/91 che stabilisce priorità nei finanziamenti ai progetti, pubblici e privati, nei Comuni dei Parchi;
7) che semplifichi il “governo” dei Parchi, dando effettivamente in gestione agli Enti le proprietà demaniali comprese nei perimetri delle Aree Naturali Protette;
8)che favorisca la costituzione in tutte le Aree Naturali Protette di nuclei di sorveglianza alle dirette dipendenze degli Enti di gestione, da affiancare eventualmente al Corpo Forestale dello Stato, che svolgano anche compiti di “interpreti ambientali”, di educazione civica e di supporto al cittadino;
9) che consideri i Parchi laboratori istituzionali, bipartisan, in cui, come è giusto in un Paese normale e gentile, si valorizzino i “gioielli naturali”, le migliori esperienze di gestione, le persone capaci: a prescindere da ogni connotazione di parte;
10) che favorisca e promuova strategie di comunicazione per accrescere la consapevolezza, nel Paese, del ruolo e dell’importanza delle Aree Protette, come insieme di identità locali e di valori nazionali, da difendere e da restituire alle future generazioni.

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redazione

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