Trivelle senza frontiere, otro mondo es possible?

di William Domenichini

 

Immaginate di trovarvi in un luogo magico, dove il vento sferza e modella le montagne che il fuoco delle viscere della Terra hanno creato, accompagna le nuvole che modificano le variabili cromatiche che circondano lo sguardo, perso verso l’orizzonte del mare, quando l’alba sorge dall’Africa, quando il tramonto muore nell’oceano, tra i flutti contro le scogliere nere vulcaniche, tra i raggi che ingialliscono i licheni che si arrampicano sulle colate laviche. Immaginatevi di respirar poesia in ogni angolo dei piccoli paesi che si adagiano sulle pendici vulcaniche con soave dolcezza e rispetto per ciò che li circonda, tra le buche delle vigne che adornano le terre che i campesinos coltivano con la fatica del loro sudore, curando la terra con la coltre di picon, roccia vulcanica frantumata che con la sua porosità aiuta a idratare le coltivazioni rilasciando la condensa notturna, in una terra in cui l’acqua è preziosa come mai altrove. Immaginatevi che questo angolo di paradiso sia riuscito a sviluppare la sua antropizzazione anteponendo le leggi del profitto a quelle della salvaguardia.

 

Un luogo inusuale agli occhi occidentali, stancati dalla frenesia della produzione e del consumo, un luogo dove non si edifica monetizzando il suolo perché serve principalmente per coltivare, dove non si consuma mare e costa in porticcioli perché sono un patrimonio del paesaggio, dove ogni forma di specificità naturale non viene abbandonata ma valorizzata con intelligenza, dove il genio umano si traduce in preziose unicità (Las cuevas de los Verdes), in scenografiche e magiche interpretazioni della violenza naturale della Terra (Parco Nazionale del Timanfaya), nel recupero di discariche in meravigliosi luoghi di intrattenimento (Jameo de l’agua) o di cave dismesse in luoghi unici (Jardin de cactus), fino ad arrivare al fine connubio tra l’uomo e la natura pienamente rappresentato nella sede della fondazione che prende il nome da chi pensò e realizzò quella che fu l’abitazione di Cèsar Manrique, anima e interprete perfetto di un’isola che morde l’anima, Lanzarote.

 

Pensate che un luogo magico come l’arcipelago delle Canarie, sia immune dalla follia umana? Ovviamente no, così, il governo spagnolo da il via libera alla percezioni petrolifere proprio al largo di questo incanto che fonda la sua esistenza sulla sua natura e sul turismo che con soave sostenibilità l’apprezza e la rispetta. La risposta dei canari è notevole, tanto che tutta la cittadinanza si alza in protesta con un grido che trasuda la loro natura ed la loro tenacia nel difendere i propri beni comuni: Ellos tienen el dinero. tienen los medios para engañar. ytienen el poder. Pero nosotros tenemos la razón!

 

Canarie chiamano Italia, Italia risponde#1. Un’attivista italiana di Greenpeace viene ferita durante una delle tante manifestazioni di protesta, un’azione contro la nave da trivellazione Rowan Reinassance che, per conto dell’azienda spagnola Repsol, intende effettuare pericolose trivellazioni esplorative al largo delle isole di Lanzarote e Fuerteventura. Nell’incidente (vedi il video) l’attivista italiana cade in mare, dopo una collisione con alcuni natanti della Marina militare spagnola che avrebbero ripetutamente speronato i gommoni di Greenpeace.

 

Canarie chiamano Italia, Italia risponde#2. Tra le pieghe del salvifico decreto Sblocca Italia (D.L 133/2014), si scopre che secondo il governo Renzi, l’Italia dovrebbe galleggiare su un enormi giacimenti di petrolio e gas, finora poco sfruttato, così le misure urgenti in materia di energia non guardano prioritariamente alle rinnovabili, ma puntano avanti tutta sulla trivellazione e la ricerca di idrocarburi, in Pianura Padana, al largo dell’Adriatico, e nel Canale di Sicilia. Il 31 ottobre 2014, il Ministero dello Sviluppo Economico ha firmato il decreto di concessione all’ENI e alla EDISON per 20 anni di uno specchio di mare di 145 kmq, autorizzando la perforazione di ben 6 nuovi pozzi dai nomi evocativi come Argo e Cassiopea. accentrando nelle mani del Governo il parere sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA)

 

Canarie chiamano Italia, Italia risponde#3. Se le decisioni del governo iberico ha scatenato la protesta di tutto l’arcipelago canaro, pronto “a subir por la calle”, in Italia le voci che si alzano non sono poche, su tutte quella del popolo lucano, che a Potenza scende in piazza, con oltre dieci mila partecipanti, in un corteo che grida a gran voce “Lucania, svegliati e ascolta il canto dei tuoi figli in rivolta”. Dal Molise il grido dei manifestanti diventa “Sole, vento, mare a che serve trivellare”. In Sicilia viene inscenato una simulazione di disastro petrolifero, sulla spiaggia di Mondello, per denunciare il pericolo. Voce inaspettatamente fuori coro, quella del segretario FIOM, Murizio Landini, il quale si fa cogliere da un inaspettato pragmatismo (Video).

 

Caro Maurizio, le estrazioni petrolifere non servono alla comunità…

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William Domenichini

William Domenichini

Nato alla Spezia nel 1978, è dipendente di azienda. Coordinatore della redazione di InformAzione Sostenibile, da anni coltiva la passione per la scrittura,, contribuendo anche ad altre appzine come L’Indro, Manifesti(amo) e DemocraziaKm0. Coautore del libro/dossier sugli abbandoni delle aree militari “Riconversioni urbane” (!Rebeldia Edizioni), ha pubblicato nel 2018 il romanzo partigiano "Fulmine è oltre il ponte" (Ed. Marotta&Cafiero)..

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