Dicembre 2014
Si conclude un anno che, sui temi di nostro interesse, non ha regalato troppe occasioni per festeggiare. La natura si è data da fare per ricordarci che siamo ospiti temporanei di questo pianeta, e non suoi proprietari; gli amministratori troppe volte hanno mostrato la loro inadeguatezza, o il loro disinteresse per la tutela e la conservazione.
Beni comuni, educazione alla partecipazione, salvaguardia del territorio, soluzioni alternative che permettano di accorciare il gap delle diseguaglianze tra i tantissimi poveri e i pochissimi favoriti: sono questi i temi che imperterriti riproponiamo.
Che noia! direte voi che ci leggete … e un po’ annoiati siamo pure noi a dover ripetere i soliti concetti. E però “repetita juvant”, specie in questo periodo dove tutti twittano, chattano, selfiano, impoverendo il linguaggio e dilatando i soliti cliché. Sono ripetizioni che cercano quantomeno di argomentare, analizzare, confrontare ed ampliare gli orizzonti. E di presentare modelli praticabili di rispetto uomo/ambiente.
Qual è invece il modello della riforma urbanistica di Lupi? Ahinoi, saranno dolori … come ci illustra Seele Fragat.
Manuela Cappello, invece, evidenzia un percorso virtuoso – in ambito genovese – che viene ignorato dall’attuale amministrazione comunale. Pare che i piani urbanistici “che non prevedono ulteriore consumo di terreno libero, né in superficie, né sottoterra” siano improponibili per gli amministratori locali (Lupi è in buona compagnia).
Anche i percorsi partecipativi ai quali vengono incoraggiati i giovani, nell’esperienza di Giulia Cifaldi, sono spesso sottovalutati o stentano a trovare attuazione in Italia e negli altri paesi d’Europa, a conferma del fatto che si fa presto a predicare bene, ma poi a razzolare ….
Per fortuna c’è chi – come noi – s’intestardisce a proporre questi modelli partecipativi. Come accade – nella riflessione di Eros Tetti – nell’esperienza in corso in alcune zone rurali di montagna, dove si cerca non solo di ripopolarle ma di creare un nuovo tessuto sociale. O come suggerisce di ripensare complessivamente (lavoro, consumi, risorse, partecipazione)
un noto ex-dirigente sindacale, Sandro Antoniazzi, consapevole che i temi dei beni comuni presentano “oggi lo stesso rilievo che potevano avere a metà Ottocento la lotta di classe e il socialismo”.
Lo scorso anno vi proponemmo – apparentemente con grande successo – il gioco di “Speziopoli”, quest’anno ci limitiamo a suggerirvi alcuni libri. Purtroppo, il master del gioco che vi aveva divertito e fatto riflettere, William Domenichini, si è dato ai viaggi … sempre comunque riflessivi e comparativi, come potete leggere.
Buon 2015, nonostante tutto , dalla redazione di
“InFormAzione Sostenibile”