Azioni e tecnologie per ridurre le emissioni

Azioni e tecnologie per ridurre le emissioni

di Marco Menichetti
Responsabile Osservatorio VAS “Immissioni ed Emissioni Sostenibili”

Approfondire il tema delle emissioni clim/alteranti, fare il punto su ricerca ed innovazione in tema di riduzione degli impatti e presentare esperienze positive di realtà che si stanno impegnando per la protezione del clima: con questi obiettivi, si è svolto a Milano lo scorso 16 dicembre il convegno nazionale “Azioni e tecnologie per ridurre le emissioni” organizzato dall’associazione Verdi Ambiente e Società.
Di fronte ad un’ampia platea, esperti, amministratori pubblici, rappresentanti di associazioni ambientaliste e responsabili di associazioni di categoria hanno relazionato su tre temi distinti:

1) CLIMA ED EMISSIONI: LO STATO DI FATTO E LE SCELTE IN ITALIA E IN EUROPA
Si è parlato di contabilità delle emissioni di anidride carbonica, sottolineando come ancora oggi non tutte le regioni italiane dispongano di un inventario regionale dei gas serra. Laddove esistono, questi inventari sono spesso disomogenei tra regione e regione, differenziandosi pure dalle metodologie adottate a livello nazionale. Avere una quantificazione precisa del livello di emissioni potrebbe invece permettere una programmazione mirata degli interventi. Si potrebbero ripartire impegni e obiettivi di riduzione dell’anidride carbonica in modo proporzionale, pretendendo i maggiori sforzi da parte di quei settori industriali e di quei territori dove si stanno emettendo le maggiori quantità di gas serra.
A fronte di un obiettivo per l’Italia, derivante dal protocollo di Kyoto, di tagliare le emissioni di gas serra del 6,5% rispetto all’anno 1990, oggi la situazione è caratterizzata da un aumento del livello di emissioni del 12,1%. Raggiungere l’impegno concordato a livello internazionale significa quindi dover adottare politiche straordinariamente efficaci per ridurre le nostre emissioni del 18,6 % nei prossimi quattro anni.
Il compito è gravoso, quasi impossibile e – invece di porsi alla testa di quei pochi Paesi europei che frenano le decisioni più stringenti in materia di clima – l’unica strada che l’Italia dovrebbe percorrere è quella degli investimenti nei campi dell’innovazione, dell’efficienza, delle tecnologie rinnovabili e, più in generale, dell’economia “verde”. L’Italia dovrebbe guardare con fiducia alle scelte dell’Unione Europea, che ha ribadito la propria intenzione di adottare importanti provvedimenti “salva clima”. Un esempio sono le misure europee in materia di efficienza energetica per il periodo 2008-2009, tra cui le proposte di rilancio della direttiva sul rendimento energetico degli edifici e di revisione della direttiva sull’etichettatura dei prodotti che consumano energia.

2) L’AUTO ECOLOGICA PER RIDURRE LE EMISSIONI DI ANIDRIDE CARBONICA
Si è parlato di ricerca e sperimentazione in un settore tra i più problematici in termini di consumi di energia, produzione di polveri sottili ed emissioni di anidride carbonica.
Di fronte ad una crisi fortissima e a una drastica riduzione delle vendite di automobili, i governi stanno discutendo di incentivi e sostegni diretti all’industria automobilistica. A parere di tutti i relatori, ciò potrà avere un senso solamente se i trasferimenti statali saranno accompagnati da impegni precisi da parte delle aziende per sviluppare nuove tecnologie più efficienti, ma anche nuove strategie aziendali e di mercato a favore di modelli d’auto meno inquinanti e poco “energivore”.
Infatti, la gran parte delle percorrenze su strada si sviluppa su distanze brevi e/o brevissime, con una velocità media in città che non supera i 30-40 km/ora. Tenendo in considerazione questa situazione, andrebbe forse rivisto anche il significato che assumono i fattori di emissione adottati dall’Unione Europea per definire obiettivi di riduzione e contenimento.
La media degli indici di consumo urbano di carburante di alcuni tra i più commercializzati modelli di autovetture degli anni 1983 e 2006 è rimasta sostanzialmente costante, passando da 9,4 e 9,1 litri/10 km.
Considerando la tendenza al progressivo incremento della cilindrata delle autovetture immatricolate, le prospettive di breve e medio termine non sono dunque tali da indurre all’ottimismo. É evidente che, data la stretta dipendenza che sussiste fra emissioni di anidride carbonica e consumo di carburante, una parte rilevante del problema debba essere affrontata agendo sull’offerta di autovetture, portando progressivamente a censurare preferenze e comportamenti che determinano consumi ed emissioni non necessari.
Se già ora è possibile percorrere un km in automobile rilasciando in atmosfera 90 g di anidride carbonica (la performance dei modelli diesel più efficienti), non dovrebbe essere consentito, in un futuro prossimo, emetterne 250, 300 o addirittura 350 per percorrere la medesima distanza. Si consideri a questo proposito che uno fra i più gettonati modelli di fuoristrada commercializzato in Italia dichiara una emissione media di 458 g/km di anidride carbonica ed un consumo di benzina in ciclo urbano di 23,5 litri/100 km, ma anche le più comuni vetture di classe medio alta dichiarano emissioni pari a 200 g/km e consumi urbani di 12 litri/100 km, laddove i modelli più efficienti garantiscono già ora emissioni inferiori a 110 g/km e consumi in ciclo urbano inferiori a 5,5 litri/100 km.
Le tecnologie che consentono di ridurre drasticamente i consumi e le emissioni sono del resto mature da diversi anni: già negli anni ’90, ad esempio, in Giappone le autovetture di classe “kei” garantivano consumi inferiori ai 4 litri/100 km in marcia urbana. C’è quindi bisogno di politiche della mobilità che disincentivino l’abuso dell’utilizzo dell’automobile privata e di politiche commerciali che siano focalizzate sulla vendita dei modelli più consoni alla tutela dell’ambiente.

Infine, per quanto riguarda questa sessione del Convegno, l’annuncio più importante è stato fatto dalla Regione Lombardia, che a luglio 2009 farà entrare in funzione la prima flotta sperimentale di venti auto a idrogeno. In un momento in cui Milano discute le proroghe agli euro 4 diesel che saranno ancora liberi di circolare e inquinare in centro, la notizia di alcuni passi in avanti nel settore dell’auto a emissioni zero non può che essere accolta in modo positivo.

3) PRODUZIONE SOSTENIBILE E RIDUZIONE DEI CONSUMI IN CAMPO ENERGETICO
Si è parlato poi di energie rinnovabili e riduzione dei consumi energetici, partendo dall’esperienza, estremamente significativa, della città di Friburgo in Germania.
A Friburgo è in atto una politica, ormai decennale, sintetizzabile con il principale obiettivo dell’Action Plan per la Protezione del Clima: la riduzione del 40% delle emissioni locali di gas serra entro il 2030. Ne derivano importanti azioni in diversi settori – a partire proprio da quello dell’energia – che solo nel 2007 hanno permesso di ridurre queste emissioni del 7,3%, nonostante l’aumento della popolazione residente.
Negli ultimi anni si sono decuplicati gli edifici a basso consumo energetico e due nuovi quartieri della città (Rieselfeld e Vauban) sono stati completamente costruiti adottando le migliori tecniche disponibili in termini di risparmio energetico e produzione di energia solare.
Dal 2002 l’amministrazione pubblica ha cofinanziato 500 interventi di coibentazione e miglioramento delle tecnologie di riscaldamento sul patrimonio edilizio esistente, ottenendo una riduzione media dei consumi energetici del 38%.
Esistono oggi a Friburgo 13.000 m2 di pannelli per la produzione di energia solare termica. Il contributo alla produzione di energia fornito dagli impianti idroelettrici è di 1,9 milioni di KWh all’anno; quello proveniente da impianti a biomasse è di 16,6 KWh annui.
Per quanto riguarda l’utilizzo di energia in città, l’amministrazione comunale ha fissato l’obiettivo (per il 2010) che il 10% provenga da fonti rinnovabili. Nel 2007 tale percentuale si è attestata al 4%.
Ma i risultati più importanti riguardano la partecipazione diretta dei cittadini e lo sviluppo di una “green economy” locale. I cittadini sono diventati azionisti delle società locali che investono in energia fotovoltaica o di quella che sta realizzando cinque impianti a turbina eolica. L’economia ambientale offre lavoro, nella sola regione di Friburgo, a 10.000 persone; di queste, circa 700 sono impiegate in 80 aziende del settore dell’energia solare.
In Italia, invece, stanno riscuotendo grande apprezzamento le iniziative “Casa Clima” in Alto Adige e la rete di Sportelli Infoenergia costituita in questi ultimi tre anni dalla Provincia di Milano. Sono iniziative all’avanguardia nel panorama nazionale che si caratterizzano per l’attività di divulgazione, informazione e coinvolgimento diretto di cittadini ed aziende in tema di risparmio energetico applicato all’edilizia e agli interventi di ristrutturazione e miglioramento delle abitazioni esistenti.
Si muove nella stessa direzione il progetto del WWF Italia “Un milione di condomini efficienti”, iniziativa pensata specificatamente per l’edilizia civile, settore che divora in Italia circa il 30% dei consumi energetici totali, di cui ben il 70% finalizzati a riscaldare le case.

Questa sessione e l’intero convegno si sono conclusi – purtroppo – con una nota di grande preoccupazione. Il Governo ha recentemente adottato il decreto legge n. 185/08 che introduce tutta una serie di modifiche per limitare le detrazioni fiscali (55%) a favore degli interventi di risparmio energetico e produzione di energia rinnovabile negli edifici. Viene così bloccata una politica lungimirante di “incentivi verdi” che stava già producendo dei risultati eccezionali: le domande presentate negli anni 2007 e 2008 sono state 266.000, per interventi pari a 3 miliardi e 300 milioni di euro; gli incentivi da parte dello Stato si sarebbero attestati sulla quota di circa 1 miliardo e 800 milioni di euro.
Ora, però – a meno di ripensamenti da parte dell’esecutivo – vengono stabilite delle procedure burocratiche che disincentiveranno le nuove domande e soprattutto, vengono introdotti dei limiti di spesa da parte dello Stato assolutamente insufficienti a coprire le richieste di contributi fiscali (82,7 milioni di euro da utilizzare per le domande del 2008; 185,9 milioni di euro per le domande che saranno presentate nel 2009; 314 milioni di euro per quelle del 2010).

www.vaslombardia.org

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redazione

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