Il borsino dell’Ambiente: chi sale, chi scende – Premio Genserico per l’Ambiente

Il borsino dell’Ambiente: chi sale, chi scende – Premio Genserico per l’Ambiente

E’ la nuova rubrica della nostra rivista. Dove intendiamo segnalare aspetti positivi e negativi nell’amministrare l’ambiente. Ma non è semplice.

L’idea era quella di partire dalla rassegna stampa, sottolineando le denuncie in merito agli scempi urbanistici ed ambientali che caratterizzano la Penisola. Sembrava facile. Ma il “buonismo” imperversa. Una malsana cultura italiota pervade, e non da ora, televisione, radio e giornali. Tutti sembrano fare a gara nell’enfatizzare gli exploit degli amministratori locali, impegnati all’ultimo sangue nel sanare l’ambiente. Ovviamente dopo aver contribuito al suo degrado. E allora, vai con discariche e inceneritori, unica soluzione a quanto pare ad un permissivo e dilagante malcostume, incentivato dal lassismo di chi è preposto ai controlli; proseguendo poi con gli insediamenti turistici, un bene essenziale per la nazione, portano soldi alle casse comunali e il cemento fa bene all’economia: da lavoro in questo momento di crisi!

E via così…Uno sterile elenco non serve a nessuno. Tanto i fatti li conosciamo.

Insomma, trovare qualcuno a cui assegnare il “premio Genserico per l’ambiente” sembra un’impresa difficile. Ma ci proviamo. Intanto votate e, alla fine dell’anno, avremo la nostra hit parade. Con i cattivi ma, anche, i buoni, quelli veri speriamo.

di Massimo Salvi

Apriamo con un “fuori concorso”, dedicato al presidente del Parco delle 5 Terre protagonista, suo malgrado, di un sali-scendi al cardiopalma. Al cittadino normale non gliene può fregare di meno, ma per il nostro Franco Bonanini (trombato-promosso-ritrombato) devono essere state giornate quanto meno convulse.

Andiamo con ordine, tanto per capirci.

Vuotate le urne e a scrutinio terminato, Franco Bonanini era risultato il primo dei non eletti nella circoscrizione del Nord-Ovest. E va Beh, poteva starci, magari arriva qualche rinuncia o qualche errore nei calcoli (evento che per un po’ pareva confermato). Allora, via: a Strasburgo. E intanto piovono le lettere di felicitazioni: puntualissima quella di Vittorio Cogliati Dezza, Presidente Nazionale di Legambiente, a cui hanno fatto seguito quelle di Federparchi, attraverso il presidente Sammuri e tante altre che allo stato attuale non ha senso citare.

Qualcuno si era però dimenticato che Siena faceva parte della Repubblica ed erano così spariti 100 mila voti. Un errore di comunicazione. Così ha poi certificato la Corte di Cassazione, ristabilendo i meriti e riassegnando a Roberto Gualtieri il seggio a Strasburgo.

CHI SCENDE CHI SALE

Angelo Maria Betta
, il sindaco monolista di Monterosso, che intende spianare un vecchio uliveto e un po’ di alberi di limoni per costruire un autosilos, di quattro piani, incombente sul centro storico e su un antico mulino.Espandere la cementificazione proprio in un’area di grandissimo pregio ambientale nel Parco Nazionale delle 5 Terre, adottato dall’Unesco come “Patrimonio dell’Umanità”, è un’idea davvero geniale, originale nel suo genere. Una pensata che ha colto di sorpresa tutti, anticipando addirittura ministri come Brunetta e Tremonti, splendidi nello spremere sangue anche dalle rape. E’ tutto dire. Intanto, lo scorso 9 gennaio, la conferenza servizi ha approvato il progetto che verrà realizzato in località Loreto. Ma niente paura, l’impatto ambientale sarà ridotto al minimo, e i limoni verranno trapiantati sul tetto del silos, ricreando forse l’effetto dei mitici giardini pensili di Babilonia. Complimenti.

Ikea e Parco regionale dell’Aveto: una sinergia che ha reso possibile destinare quasi 50 mila euro a miglioramenti ambientali.
“Mettiamo Radici Insieme”, per la tutela e il recupero delle aree protette.
Questo il tema dell’iniziativa ecologica promossa da Ikea e dal Parco dell’Aveto che ha previsto,
per ogni albero di Natale acquistato e poi restituito al termine delle feste, un contributo di 3 euro da assegnare a parchi italiani scelti di anno in anno per attuare interventi di miglioramento.Negli ultimi 3 anni ben 60mila sono stati gli alberi che, a fine feste, son tornati indietro.Successo anche quest’anno dell’iniziativa ecologica: un gran numero di piante (quasi 16.000!) sono state restituite a Ikea per essere riciclate in fertilizzante naturale o in materia prima per la produzione di pannelli truciolari: un modo di farle rivivere in altra forma. L’azienda verserà così al Parco un contributo di quasi 50.000 euro, destinati alla manutenzione dei percorsi escursionistici e al rifacimento della segnaletica, all’adeguamento per i non vedenti del percorso di visita al Giardino Botanico del Passo del Bocco e alla tutela del Monumento Naturale del Pian d’Oneto.


Ex Villaggio Europa di Corniglia
, non si farà il mega hotel.
Il Consiglio di Stato ha respinto i ricorsi presentati contro una sentenza del TAR dalla Regione Liguria, dal Parco Nazionale delle Cinque Terre, dal Comune di Riomaggiore e dalla proprietà in merito alla costruzione di un mega hotel sui ruderi dell’ex Villaggio Europa.
E la vicenda sembra chiusa visto che il Consiglio di Stato ha ritenuto valide le motivazioni espresse in precedenza dal Tribunale Amministrativo della Liguria, ossia che il progetto dell’ insediamento è da considerarsi: nuova costruzione, che nulla ha a che fare col preesistente, né si tratta di recupero o riqualificazione, che è in contrasto col Piano di Coordinamento paesistico, che è in contrasto col paesaggio del Parco nazionale delle Cinque Terre.
Ora, nonostante che le Istituzioni facciano orecchie da mercante, non resta che bonificare la zona da ogni residuo di amianto, rimuovere tutte le costruzioni fatiscenti, per acquisirla come area di fruizione pubblica.

Parco regionale dell’Aveto:
il progetto “Una montagna di accoglienza” ha ottenuto il massimo riconoscimento a livello regionale e si è classificato al primo posto della graduatoria del bando di finanziamento.
La Regione Liguria ha approvato la graduatoria del bando finanziando con 530.000 euro il progetto ideato e promosso dal Parco dell’Aveto, e presentato dal comune di Nè come capofila insieme ai comuni di Borzonasca, Mezzanego, Rezzoaglio e Santo Stefano d’Aveto. Il progetto prevede la creazione di una struttura consorziata capace di offrire circa 200 posti letto in un territorio di grande qualità ambientale con una buona rete di ristoranti e punti di vendita di prodotti tipici e mescita di vini. Il finanziamento regionale servirà a creare 50 nuovi posti letto nelle nuove aziende di “ospitalità diffusa”, e a realizzare una serie di interventi per migliorare l’accoglienza turistica nei cinque comuni. Tra questi,di particolare significato la realizzazione di aree gioco per bambini realizzate con materia prima ecologica e naturale: il legno delle foreste del Parco.

La Presidenza francese della Commissione delle Alpi
che non è riuscita a concordare misure vincolanti per affrontare i cambiamenti climatici nelle Alpi.
Il Piano d’azione per il clima, elaborato in ben due anni di lavoro dalla Presidenza francese e approvato alla 10° Conferenza di Evian non merita tale nome: è insufficiente sotto tutti gli aspetti. La CIPRA, Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, richiede che ora, sotto la nuova Presidenza slovena, vengano sviluppati provvedimenti concreti e che continuino a essere perseguiti gli obiettivi della borsa dei transiti alpini e delle Alpi a bilancio CO2 neutrale. E’ ormai accertato che le Alpi sono particolarmente colpite dagli effetti del riscaldamento globale e in questa situazione è quanto mai calzante il detto “meglio prevenire che curare”, ammesso peraltro che in questo caso una correzione a posteriori sia davvero possibile.

Parco regionale Sirente Velino:
valorizzazione turistica della linea ferroviaria.
Con il progetto “Treno del Parco”, il Parco Sirente Velino ha dato avvio ad un progetto di valorizzazione turistica della ultracentenaria linea ferroviaria Terni-L’Aquila-Sulmona, in particolare del tratto ferroviario che interessa l’area protetta e che va da Fagnano Alto a Molina Aterno. Si tratta di un percorso inserito perfettamente in un paesaggio fuori dall’ordinario, che si contraddistingue per la particolare convergenza di beni ambientali e culturali, dove il treno, dopo aver lasciato la stazione di San Demetrio de’ Vestini, fiancheggia il fiume Aterno, incontra ponti romani, antichi mulini ad acqua, borghi fortificati, torri e castelli. Le stazioni ferroviarie non più presenziate (Fagnano Alto, Fontecchio, Tione, Beffi di Acciano e Molina Aterno), sebbene molto semplici sotto il profilo architettonico, rappresentano piccoli monumenti dall’indubbio valore economico, culturale e sociale. La proposta alla base del progetto è ridare valore a queste stazioni (già restaurate dai comuni) attribuendo loro una nuova destinazione d’uso, mediante la trasformazione in piccola ricettività/foresteria del Parco e nodi di interscambio dove noleggiare bici e da dove ripartire per escursioni, trekking, visite guidate. La posizione favorevole delle stazioni rispetto ad itinerari da percorrere a piedi, a cavallo o in bici, alcuni dei quali paralleli alla ferrovia, altri più impegnativi ed in quota, permette di sviluppare nuove forme di intermodalità (trenobike / trenotrekking), a favore di una mobilità lenta e sostenibile nel pieno rispetto dell’ambiente e del paesaggio.
Il senatore Orsi: con la proposta di legge intende deregolamentare la caccia.
E’ un’autentica levata di scudi da parte di tutte le associazioni ambientaliste contro la proposta di modifica della legge 157 sulla caccia. Associazioni ambientaliste, agricoltori, Unione per i Parchi e la natura d’Italia e anche alcune associazioni di cacciatori, hanno bocciato senza appello una proposta che farebbe retrocedere il nostro Paese di trent’anni, introducendo una deregolamentazione dell’attività venatoria inaccettabile in un Pese civile. Non solo, le fucilate all’interno dei parchi non piacciono proprio a nessuno. E per ribadire il netto dissenso ad ogni attività venatoria senza regole e in dispregio di accordi internazionali sottoscritti da tutta Europa, direttori, funzionari delle aree naturali protette, i guardaparco e le guide ambientali ed escursionistiche, le associazioni AIDAP, AIGAP e AIGAE, hanno inviato un documento alle commissioni di Camera e Senato e al Governo, per scongiurare l’approvazione di un’assurda norma. “Il mondo selvatico – ha scritto Roger Payne – aspetta l’amicizia dell’umanità”: i parchi sono gli unici luoghi al mondo in cui questa attesa è finita, evitiamo di tornare indietro.
L’Orso e il Corpo Forestale: passo dopo passo i forestali hanno seguito il lento ma deciso avvicinamento al Parco dolomitico di un orso.
Forse dalla Carnia, comunque da est, il plantigrado ha percorso il territorio bellunese fino alla valle del Mis nel cuore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Ad avvistarlo, nella mattinata del 16 aprile, una pattuglia del CTA/Corpo Forestale dello Stato nella zona dei Bitti. Nel pomeriggio, verso le 13,00, un’altra pattuglia ha raggiunto l’area di casera Renzin (comune di Gosaldo), nel cuore del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Da casera Renzin i forestali si sono appostati per poter osservare l’area di casera Bitti e la Crocetta. Quindi verso le ore 17,30 la loro pazienza è stata premiata: l’orso si è sollevato in piedi da dietro una pianta di pino nero nei cui pressi era sdraiato a riposare. Le foto testimoniano l’eccezionale avvistamento che conferma il lungo lavoro svolto per accertare gli spostamenti del plantigrado. La Polizia Provinciale ed il CTA-CFS raccoglieranno peli e feci dell’esemplare per poterne indagare il DNA. Questa procedura serve a verificare se si tratti, come si pensa, dello stesso esemplare segnalato nei giorni scorsi nell’area di Zoldo. I Forestali ritengono che si tratti di un animale sub-adulto e maschio. Il che è probabile in quanto gli orsi maschi girovagano spesso alla ricerca delle femmine e di nuovi territori.

Il senatore Calderoli:
che propone un DDL per l’abolizione degli Enti Parco Regionali entro un anno dall’approvazione di una legge per la semplificazione amministrativa.

A prendere posizione contro la proposta è il Coordinamento degli Enti Parco Regionali liguri, composto dagli Enti Parco Alpi liguri, Antola, Aveto, Beigua, Montemarcello-Magra, Portofino.
In nome di un federalismo di comodo, sbandierato a parole ma non praticato nelle intenzioni e nei fatti, si sta commettendo il grave errore di arrogare allo Stato una decisione: quella di impedire alle Regioni di servirsi di appositi Enti per gestire le aree protette regionali.
Cancellare gli Enti Parco – sostiene il Coordinamento – significherebbe annullare oltre 10 anni di duro ed appassionato lavoro svolto per dare prospettive concrete alle aree protette della Liguria; Enti la cui attività è partita nella diffidenza se non nella contestazione, hanno saputo giorno dopo giorno superare localismi e campanilismi mettendo le proprie capacità e le proprie risorse al servizio di progetti di sistema condivisi ed utilizzati da aree vaste composte da più Comuni, guadagnando grazie alla presenza costante dei loro amministratori e alla selezione di un personale altamente professionale, competente e motivato, la fiducia di tutte le Amministrazioni Locali, delle Provincie, della Regione al di fuori di ogni caratterizzazione politica o partitica”.
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redazione

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